A Verucchio in tanti hanno partecipato sabato 27 settembre alle iniziative orgaizzate per le Giornate Europee del Patrimonio 2025 della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini. In particolare molto partecipato l’evento “Nuovi dialoghi fra antico e contemporaneo” che si è tenuto dalle ore 15:00.
L’iniziativa, nata dalla collaborazione con il Comune di Verucchio e la parrocchia dei Santi Martino e Francesco, prevedeva due turni, uno alle 15:00 uno alle 17:00, della durata di un’ora e mezza, ciascuno preceduto da un momento introduttivo nel teatro Eugenio Pazzini, dove si è parlato della Pinacoteca Comunale da poco inaugurata. I funzionari della Soprintendenza di Ravenna insieme ai progettisti, direttori dei lavori e il curatore dell'allestimento Alessandro Giovanardi, con l’ausilio delle immagini, hanno illustrato le opere e commentato con sddisfazione l'ottimo riscontro di pubblico finora ottenuto.
E' seguita la visita guidata in Pinacoteca, straordinaria raccolta nata a partire dal 1952 dal genio di Gerardo Filiberto Dasi, ideatore dei Convegni Internazionali di artisti, critici e storici dell’arte fra Verucchio e Rimini, e delle Biennali della Repubblica di San Marino, che si avvalse della collaborazione di critici ed intellettuali del calibro di Lionello Venturi e Giulio Carlo Argan.
La raccolta annovera opere del primo periodo, quello romantico, per giungere all’informale e all’astratto, fino agli esiti più recenti dell’arte gestaltica, cinetica e optical, con nomi come Norberto Pazzini, Gerardo Dottori, Lucio Fontana, Emilio Vedova, Giuseppe Capogrossi, Leoncillo Leonardi, Giorgio Bompadre, Jean Pierre Vasarely "Yvaral" e perfino Pablo Picasso.
Dalla Pinacoteca Comunale, proseguendo a piedi lungo il centro storico di Verucchio, si è giunti alla Collegiata dei Santi Martino e Francesco, suggestivo edificio neoclassico che all’interno disvela uno scrigno di antichi tesori, fra questi il crocefisso trecentesco del Maestro di Verucchio, straordinario testimone della scuola giottesca riminese, la quattrocentesca croce di Nicolò di Pietro, dagli stilemi tipicamente tardogotici, ma anche la grande tela barocca di Giovan Francesco Nagli detto il Centino al centro del presbiterio, e altre opere che costituiscono il “museo” della Collegiata, di cui si narreranno la storia e le vicende costruttive.